top of page

A N T O L O G I A   C R I T I C A

1950

" Donato Altamura ( disegnatore ) è un artista già formato, i suoi quattro lavori condotti con sicurezza e semplicità sono pieni di carattere…

…il Nudo e la Testa di Donna un po sfumata, che ci ricorda fuggevolmente Medardo Rosso, di Donato Altamura ( disegnatore ), più delle altre sue opere hanno una sensibilità moderna. "

Testo di Arrigo Angiolini,  (Redattore e critico d’arte de Il Lavoro)

Pubblicato da " Il Lavoro Nuovo " , il 20 luglio a recensione della V° Mostra D'Arte Proletaria di Genova


 

" … modellati con vigore i lavori di Donato Altamura "

Testo di Arrigo Angiolini  (Redattore e critico d’arte de Il Lavoro)

Pubblicato da " Il Lavoro Nuovo ", il 25 novembre a recensione della V° Mostra Sindacale D'Arte di Genova


 

" … Donato Altamura, che ricordiamo alla "Proletaria" di Sampierdarena assai più forte e meglio condotta la Testa in marmo…

" Testo di Giulio Cesare Ghiglione  (Critico e Storico dell’arte)

Pubblicato da " Il Secolo XIX " di Genova, il 26 novembre a recensione della V° Mostra Sindacale D'Arte di Genova

 

" …buona la Natura Morta di Altamura anche se ricorda troppo le accese note di Sassu…

…Nel Bianco e nero di molto interesse i disegni di Donato Altamura e di Francesco Galotti, incisivi e sintetici nel segno, rapidi e sciolti di fattura ben chiusi nella definizione formale e di massa…

…pochi purtroppo i saggi di scultura; i migliori ci sono apparsi i gessi di Donato Altamura, di cui un pregevole Crocifisso in terracotta…"

Testo di G. Cesare Ghiglione  (Critico e Storico dell’arte)

Pubblicato da " Il Secolo XIX " di Genova, il 29 luglio a recensione dell' esposizione d'Arte Proletaria di Sampierdarena


 

1951

" Altamura che già rilevammo nell'ultima mostra regionale, è più giovane e più polemico dell'altro espositore. Affiorano sensibilmente in lui molti influssi di attuali tendenze estetiche e questo non giova alla sincerità della espressione. Ma questa sincerità unita ad una forza compositiva non comune, la ritroviamo in altri lavori impetuosamente di getto: sia sculture che disegni. Sono questi lavori che maggiormente ci interessano, assicurandoci di un avvenire che attendiamo ricco di novità e, auguriamoci, di successi. "

Testo di Giuseppe V Grazzini  Pubblicato dal " Nuovo Cittadino ", Genova, il 24 Giugno

recensione della mostra personale alla SALVA


 

" Due giovani d'ingegno espongono nel salone della SALVA …

... il secondo espositore è Donato Altamura, uno scultore giovanissimo, disuguale e talora imperfetto come tutti i giovani, ma di un bell'impeto che spesso prende forme concrete piene di risonanza e di espressione.

Nei vari suoi lavori affiorano scuole e tendenze contemporanee e non sarebbe difficile fare i nomi dei suoi maggiori ispiratori, ma nonostante ciò, l'Altamura ci dice di un temperamento che si avvia a manifestazioni personali.

Nel catalogo il pittore e lo scultore sono presentati in una bella prefazione di Alberto Alberti."

Testo di Arrigo Angiolini  (Redattore e critico d’arte de Il Lavoro)

Pubblicato da " Il Lavoro Nuovo " di Genova, il 28 giugno a recensione della mostra personale alla SALVA

 

" …nel Salone dell'Istituto "SALVA", in Piazza della Vittoria, espongono insieme due giovani alle loro prime mostre personali: il pittore Francesco Galotti e lo scultore Donato Altamura.

Il Galotti un marchigiano che da tempo vive e lavora a Genova, espone soltanto disegni, forse perché il problema grafico lo interessa e lo impegna per ora almeno più seriamente. Disegni di varia qualità e di varia indole. Tuttavia schiettamente sentiti ed espressi con caute accentuazioni e misurate esperienze in un campo di libertà espressiva giustamente da considerare come una conquista piuttosto che un punto di partenza.

Il giovanissimo Altamura dimostra maggiori incertezze sul cammino da prendere. Ma la testa e l'abbozzo in marmo indicano che non gli mancano le qualità necessarie ad un cosciente superamento delle attuali incertezze e soprattutto dovrebbe indicare a lui stesso la via di un più libero abbandono all'emozione."

Testo di Attilio Podestà

Registrazione RAI TV, il 2 luglio ore 12,45


 

" Sono due giovani artisti ( Galotti e Altamura ) i quali ritengo siano alla loro prima mostra personale, al loro primo contatto con il pubblico e con la critica. Disegnatore, almeno per adesso, il Galotti; scultore l'Altamura, hanno esibito le loro opere nella sala del complesso SALVA in Piazza della Vittoria, ed avrebbero meritato l'ospitalità di una galleria più nota e più centrale. Confesso che non mi attendevo di trovare in questo giovane un impegno così serio e castigato ed una maturità già così vivamente affermata.

…. Anche Donato Altamura espone alcuni disegni i quali, è naturale trattandosi di uno scultore, non sono fini a se stessi, ma la prima elaborazione di un idea pratica destinata alla realizzazione a tutto tondo o a bassorilievo. Interessanti e promettenti le sue sculture, talune, soprattutto ritratti, già vicine ad un espressione plastica più seriamente valida, più meditata e raggiunta in chiarezza ed emozione.

Vi è in questo giovane scultore un temperamento di vero artista ed è evidente nei suoi lavori una serietà di propositi che potrà condurlo ad efficaci e definitive realizzazioni. "

Testo di Giovanni Riva  (Critico d’arte)

Pubblicato dal " Corriere Mercantile " di Genova, il 3 luglio a recensione della mostra personale alla SALVA

 

" Due giovani artisti han trovato cortese ospitalità in una sala a ……… sotto i portici di Piazza della Libertà e precisamente al complesso SALVA….

….Donato Altamura è già buona conoscenza della mostra Proletaria del '48 a Sampierdarena, e di lui ricordiamo il bronzo dei "Lottatori" ed un marmo alla quinta Regionale.

Da allora la sua arte s'è andata andata più avvicinando alla vita e le poche (oseremmo dire troppo poche ) opere esposte ne sono conferma.

Siamo ancora alle prime esperienze dirette in contatto con la vita; ma queste realizzazioni plastiche ( ancora forse tentativi di realtà emotiva ), già risentono di una meditazione non comune ed assai personale, perché condotte solo da impulsi d'animo, direi quasi timorosi di troppo esprimere ed ancora contenuti in sintesi formali, delineati nel piccolo gruppo in pietra aspramente trattato quasi a volerne definire la durezza della materia - " ars longa - vita brevis " suggerivano i maestri, ma ci conforta il constatare in questi due giovani che le nostre parole di incoraggiamento avevano una ragione di intravveduta sensibilità artistica, e ci rammarichiamo che lo spazio non ci consenta dedicare a loro l'ampio commento che meriterebbero. "

Testo di G. Cesare Ghiglione  (Critico e Storico dell’arte)

Pubblicato da " Il Secolo XIX " di Genova, il 5 luglio a recensione della Personale di Genova


 

" Le sculture dell'Altamura ( ritratti virili, qualche figura isolata in terracotta ed un severo gruppo in pietra, "l'amplesso"), pretendevano un ambientazione meglio curata, un illuminazione più razionale.

Galotti e Altamura sono uomini liberi, persuasi che l'artista rivendica alle sue forme un illimitata dipendenza così che lo stile finisca col prevalere sul contenuto e sul soggetto, escludendo spesso la verosimiglianza esteriore. Ma l'oggetto , il fine dell'espressione per questi giovani colti e ambiziosi rimane sempre deformato, scomposto ma anche riespresso.

I due giovani promettono di conquistarsi una posizione di responsabilità ed onore. I "saggi" esposti - benché non senza errori- denunziano, infatti, due sboccianti personalità."

Testo di Emilio Zanzi  (giornalista, critico musicale e d'arte, scrittore)

Pubblicato sul " Corriere del Popolo ", Genova il 14 luglio a recensione della Personale di Genova

 

1952

 

" Fra i migliori espositori dobbiamo ricordare Guido Basso, Aurelio Caminati, Gianfranco Fasce e Donato Altamura ….

…La scultura è bene rappresentata da Donato Altamura; la sua " Testa " è modellata con vibratile materia ed evidenza volumetrica, mentre la " Maschera " di una plastica evidenza di espressione, è resa in una superficie sensibilissima alla luce.

Altamura è senz'altro un giovane di buone promesse. "

Testo di Alberto Alberti

Pubblicato da " L'Unità " di Genova, il 24 maggio a recensione delle selezioni per le Olimpiadi Culturali

 

" ….segnano un certo distacco sugli altri il ritratto in gesso di Donato Altamura…."

Testo di Curzio Maltese

Pubblicato da " L'Unità ", il 3 novembre a recensione delle Olimpiadi Culturali di Roma

 

1953

" Altamura, oltre ad un gesso che vorremmo più controllato, ha un bel disegno…"

Testo di Giulio Cesare Ghiglione  (Critico e Storico dell’arte)

Pubblicato da " Il Secolo XIX " di Genova, il 5 marzo a recensione della Mostra Regionale D'Arte

 

" ….ci soffermeremo invece su qualche altro espositore, noto o meno noto, la cui opera ci sia sembrata documentazione di un raggiunto progresso: progresso che alla nostra giovanile innocenza appare come molto più importante, più suggestivo e più fascinoso di qualunque raggiunta perfezione.

Per esempio, seguiamo adesso le annotazioni a margine del famoso elenco di New York, quella " Testa " di Altamura così quadra e pensosa che pare il ritratto del Diritto Romano : è forte e nuova rispetto alla produzione passata dello scultore." ( il ritratto è quello pubblicato sul secolo del 28 febbraio 53 )

Testo di Giuseppe Grazzini

Pubblicato da " Il Nuovo Cittadino ", il 7 marzo a recensione della Mostra Regionale D'Arte

 

" La scultura è poco rappresentata: gli scultori sono quattro: Donato Altamura ( primo premio ) con " Testa di San Giovanni Battista ", una ardita interpretazione in bronzo e " Ritratto " di buona caratterizzazione."

Testo di Dino Gambetti   (Pittore e Critico d’arte)

Pubblicato su " L'Unità " il 17 luglio a recensione della collettiva di Genova Sestri


 

1956

 

" Inadeguato il numero delle opere di scultura che con i pezzi di legno del Galotti ed i bronzi di Altamura mette in evidenza definizioni formali e la bravura tecnica degli autori. Così pure emergono per immediatezza grafica ed espressiva i disegni della De Battisti, della Volker e di Altamura."

Testo di Lelio Pierro  (Pittore e Critico d’arte)

Pubblicato da "La Giustizia " di Roma, il 11,12 agosto a recensione della mostra Sindacale di Diano Marina


 

1957

 

" Più avanti, ci troviamo dinanzi alla " Deposizione " che offre ad Altamura pretesto per un severo e molto controllato studio di nudo. "

Testo di Giulio Cesare Ghiglione  (Critico e Storico dell’arte)

Pubblicato da " Il Secolo xix " di Genova, il 25 Giugno a recensione della collettiva al Teatro Falcone di Genova

 

" Tra gli scultori notiamo Donato Altamura, uno scultore che vien fuori attraverso un ben controllato linguaggio compositivo della figura in movimento. " pubblicata foto di " Acrobata "

Testo di Germano Beringheli (Critico d'arte)

Pubblicato dal " Il Lavoro Nuovo " , il 25 dicembre a recensione della collettiva alla Galleria Rotta di Genova

 

" ….l'Acrobata di Donato Altamura è severa prova di controllo plastico e audace composizione. "

Testo di Giulio Cesare Ghiglione  (Critico e Storico dell’arte)

Pubblicato da " Il Secolo xix " di Genova, il 31 dicembre a recensione della mostra della Società di Belle Arti di Genova


 

1967

 

" Il Premio è andato a Donato Altamura di Genova autore di un dipinto ricco di colore che ritrova con molta sincerità espressiva un angolo di una piazza "

Testo di Imo Benelli  (Medico, Giornalista e Critico d’arte)

Pubblicato da " L'Unione Monregalese ", il 5 settembre a recensione della mostra estemporanea a Niella Tanaro

 

" Il primo premio lo conquistò Donato Altamura di Genova con un paesaggio squillante di colore che ben rendeva la lirica atmosfera del luogo prescelto "

Testo di Riccardo Crosetti

Pubblicato da " Gazzetta di Mondovì ", il 7 settembre a recensione della mostra estemporanea a Niella Tanaro


 

" Il panorama del suo lavoro recente è una testimonianza critica che rivela la sua volontà appassionata di distribuire un dialogo con un presente in divenire, soprattutto con le forze spirituali che agiscono in esso, capaci di concertare la vittoria dell'uomo su tutto ciò che lo insidia ( e lo minaccia )."

Testo di Giorgio Kaisserlian  (Critico d’arte)

Pubblicato dall' Editore Rizzo Santo di Roma, nel 1985

 

" Per la scultura, la pietra verde di Donato Altamura ( primo premio ) dal titolo " Cavalli e Cavalieri "; armonicamente serrata nella costruzione e quasi di arcaica evocazione, ha dato prova di buona capacità esecutiva."

Testo di Francesco Galotti  (Pittore e Scultore)

Pubblicato sul bimestrale " Pizzico " numero 3-4 a recensione del Premio Nuova Frontiera


 

1971

" Partito da una pittura tutta protesa all'immediatezza espressiva per tramite fondamentale il colore di tipo post-impressionistico, è oggi un artista di rare qualità espressive e di alta spiritualità, oppone la sua fede nel realismo pittorico a qualsiasi suggestione di linguaggi diversi, comunque "non figurativi".

Nei suoi quadri, sempre limpidi, puliti, elegiaci, i paesaggi, le nature morte, le figure, vengono evocati per mezzo di immagini che esprimono con signorile misura i sentimenti di un artista innamorato della natura.

Altamura riesce a contenere l'accesa modulazione dei campi cromatici in spazi che ne esaltano i rapporti plastici , pur non nascondendo l'impeto passionale che freme dentro di essi.

Attualmente l'artista si evolve verso zone dell'arte prettamente umanistiche e scientifiche, aprendo nel contempo un dialogo tra le componenti percettive, psicologiche, segnando un evoluzione sia dal punto di vista contenutistico che costruttivo, concretizzando il suo operare con un linguaggio portato sul filo di un discorso che il movente protagonista è il mondo dell'uomo d'oggi di sapore neofigurativo.

Concludendo, egli è un artista di vigorosa e moderna impostazione cromatica, nell'ambito delle nuove espressioni della pittura figurativa contemporanea."

Testo di Giorgio Kaisserlian  (Critico d’arte)

Pubblicato da " L'Arpi " mensile di Foggia , in luglio e su " Arte Italiana Contemporanea " Ed La Ginestra, Firenze , nel 1972


 

1972

" La serietà in arte è spesso confusa con il bigottismo accademico, in antitesi con l'estroso, l'ispirato e disordinato furore che, per comune convinzione, dovrebbe sempre sollecitare e solleticare l''artista: questo strano animale al quale, chissà perché, si concede il diritto ( o il dovere ) di appartenere ad una fauna particolare.

Questa premessa spero mi consenta di affermare, senza rischio di equivoci, che Donato Altamura è un pittore serio. E' anche un pittore che non ha debiti verso nessuno. La lezione Cezanniana gli è servita per conferire una " logica della visione " alle precedenti esperienze post-impressionistiche, ma non ha condizionato la sua interpretazione personale, affidata alla geometria degli spazi, dei piani, della luce, che inventa, a sua volta, prospettive idealizzate in una dimensione lirico-cromatica.

La spinta culturale è evidente nel costante, assoluto rifiuto della banalità e nella ricerca di spazi psicologici.

Il punto di partenza è figurativo, ma la utilizzazione dell'immagine è chiaramente un pretesto evocativo di una realtà svincolata dalle convenzioni estetiche, dall'algebra stilistica, dalle elucubrazioni e dai compiacimenti.

Attraverso una lucidità intellettuale che allontana il rischio del cerebralismo, l'immagine si sottrae a se stessa, rinuncia al suo rigore formale, al suo peso, per assumere significazioni emozionali e tosto ricomporsi, ormai matura di contenuti ed avulsa definitivamente dal suo guscio di materialità. Nulla in comune con la - nuova figurazione.

Il recupero dell'immagine, per Altamura, è un gioco sottile e spontaneo, quindi scevro di malizia, che mette in crisi tutte le interpretazioni di comodo, dall'accademismo alla estrosità, dall'esasperazione al luogo comune.

Altamura, incurante, anzi insofferente di modi, mode e tendenze ufficiali, è soltanto se stesso, sempre se stesso. Catalizza le sensazioni e riesce a tradurle in sentimenti. Lo fa attraverso una partecipazione consapevole e disincantata, distante dalla retorica e dalla letteratura controlla l'evento emozionale con una logica estrema, forse con paura. Anche per questo è un artista serio. Serietà come disciplina morale, come coerenza, ed anche come innocenza umana.

Pittura di evocazione quella di Altamura. Ogni soggetto, il più consueto o addirittura il più logoro, si nobilita e diviene inedito. Una trasfigurazione, meglio una sublimazione, che appartiene alla poesia. E, perché no, ad un panteismo ancestrale, per nulla pagano.

Più scoperta la ricerca, più sofferta l'indagine laddove Altamura affronta la problematica sociale o le tragiche contraddizioni della nostra civiltà sporca di sangue e le colpe di una società che è votata all'autodistruzione per violenza e per indifferenza.

Nel paesaggio c'è una gioia maggiore che recupera e ripropone la esaltazione naturalistica degli impressionisti, anche se visione, tecnica e realizzazione sono qui ben diverse. Paesaggi che hanno l'odore di terra e sapore di verità. Quella " verità " che la natura rivela, come segreta confessione, al pittore che ha ancora fede e coraggio sufficienti per affrontarla direttamente, anziché inventarla tra le squallide pareti di uno studio. Ma anche nel paesaggio, Altamura, riesce a superare la fisicità dell'immagine per la " poesia " dell'immagine. Magia ? l'apprendista stregone è semplicemente un artista autentico ed innamorato della sua arte.

Testo di Remo Abelardo Borzini  (Poeta, Scrittore e Pittore)

Pubblicato a marzo sul catalogo della personale alla Galleria Il Punto, di Genova

 

" Una vasta mostra antologica delle opere del pittore Donato Altamura è stata allestita nelle vaste sale della galleria "Il Punto" che da tempo si è proposta di mettere in evidenza con mostre che per la loro vastità permettono una completa analisi dei pittori presentati, alcuni dei più prestigiosi nomi della pittura "tradizionale" genovese: Anche il caso di Altamura, come già era successo per Angelici, Canepa, Frangini e altri, si evidenzia per una singolare bravura.

Dieci anni di lavoro sono molti e attraverso le opere eseguite in questi dieci anni è possibile reperire tutto il desiderio di rinnovamento, una particolare ricerca stilistica gli ha permesso di conseguire risultati sorprendenti.

Colorista capace e sensibile Altamura componeva delicati paesaggi entro i quali racchiudeva tutto il fascino della nostra terra; modificato,poi, lentamente il suo modo operativo è arrivato a una scomposizione consapevole delle forme che gli ha permesso di liberarsi degli schemi della ortodossia figurale raggiungendo momenti di intenso lirismo.

Una persona capace di notevoli risultati plastici che merita di essere seguita con particolare attenzione.

Testo di Rodolfo Vitone  (Artista e Critico d’arte)

Pubblicato il 1 aprile a recensione della personale alla Galleria Il Punto di Genova


 

" L'esposizione che Donato Altamura ha tenuto alla Galleria Il Punto, Piazza Colombo 1, ha offerto una visione antologica per lavoro dell'artista dal 1963 ad oggi.

E' stato così possibile seguire il fluire di un discorso che, muovendo da una forma di intonazione impressionistica con accentuazioni cromatiche che richiamano influssi dei maestri francesi, aprendosi ad una espressione, più libera, radente talvolta l'informale, perviene nelle opere, composte dal '70 ad oggi, ad una maniera che contenutisticamente scaturisce dallo scavo psicologico, e stilisticamente si basa sulla geometrica scansione dello spazio. "

Testo di Anna Maria Secondino  (Avvocatessa, Critica d' arte, Collezionista d'arte)

Pubblicato dalla " Gazzetta del Lunedì " di Genova, il 17 aprile, a recensione della personale alla Galleria Il Punto di Genova


 

" Una pittura tutta costruita, pezzo per pezzo, quella di Donato Altamura, che nasce senza sottintesi in una visione chiara e aperta del mondo. E' una pittura che affonda le sue radici in Cezanne ma che, poi, evolve e si libera cercando di personalizzarsi, impegnandosi in una ricerca formale che, a volte, può apparire persino mnemonica e, pertanto, meno sincera.

Il colore è forte ma la frammentarietà dell'impianto cromatico volta ad una ricerca emozionale finisce in qualche caso col distrarre l'osservatore. "

Testo di Nalda Mura  (Giornalista e Critica d’arte)

Pubblicato da " Il Corriere del Pomeriggio" di Genova, il 17 aprile a recensione della personale alla Galleria Il Punto di Genova

 

" … i delicati cromatismi di Altamura che lo qualificano uno dei migliori nostri coloristi. "

Testo di Rodolfo Vitone  (Artista e Critico d’arte)

Pubblicato da " ? " , il 5 giugno a recensione della collettiva alla Galleria Il Capricorno di Milano

 

" Particolarmente notevoli l'Altamura, cromaticamente squillante in ben cadenzate stesure…"

Testo di Ida Maria Balestrieri  (Critica d’arte)

Pubblicato da " Il Giorno " il 9 giugno a recensione della collettiva alla Galleria Il Capricorno di Milano


 

1975

" Tipica espressione del temperamento ligure, per l'essenzialità espressiva, per il tono ora elegiaco, ora intimamente tormentat0 è la pittura di Donato Altamura.

Basta indugiare sugli azzurro-verdi delle sue marine, limpidi e trasparenti, cupi e tempestosi insieme, a cui fanno da contrappunto pittorico le architetture antiche del paesaggio rivierasco che si stempera nei verdi carichi e pur morbidi dei pini e degli ulivi. Raggiunge qui come di lui scrive Rodolfo Vitone "….risultati sorprendenti attraverso i suoi cromatismi che lo qualificano uno dei migliori nostro coloristi".

Alla sottile ed autentica suggestività del paesaggio è giusto affiancare le composizioni di interni e le nature morte.

La rappresentazione - come prima esigenza dell'artista - si esprime qui nei suoi toni più belli e più vivi sviluppandosi poi secondo una tecnica squisitamente moderna.

Ispirazione e tecnica mantengono inoltre canoni rigorosamente razionali nei rapporti luce-colore e spazio-materia. La sua pittura assume infatti significati propri sul piano estetico suggerendo forme e sensazioni pari a narrazioni poetiche.

Il suo linguaggio, che trova la sua più felice espressione negli impasti dei colori e nei giuochi delle forme, spesso smaterializzate, si afferma come somma dei valori artistici, umani e spirituali. " Nei suoi quadri " si può concludere con Giorgio Kaisserlian - " l'artista riesce a contenere l'accesa modulazione dei campi cromatici in spazi che ne esaltano i rapporti plastici, pur non nascondendo l'impeto passionale che freme in essi ".

Donato Altamura è genovese per nascita e formazione artistica: proviene dal Liceo Artistico e dall'Accademia di Genova. Ha iniziato la sua carriera artistica partecipando nel 1949 ad una collettiva presso la Galleria Rotta di questa città.

Da allora premi e riconoscimenti si sono ininterrottamente susseguiti. Ricordiamo , tra i più importanti, il Premio Nazionale Vado Ligure nel 1952 e il Premio Albisola nel1957. Ha partecipato alle Olimpiadi Culturali di Roma nel 1952 ed ha esposto alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna a Valle Giulia. Ottenne dal critico R De Grada nel 1967 il 1° premio alla Biennale di Valenza e nel 1968 la medaglia d'oro alla Nazionale del " Piccolo Formato " ad Imperia e Foggia nel 1971. Di particolare rilievo la sua partecipazione su invito alla " Collettiva di 20 Maestri Liguri " alla Galleria Capricorno di Milano nel 1972, il 2° premio Internazionale " L Viani " a Viareggio, il 3° premio " Città di Adria " nel 1974 assegnato da R Brindisi e sempre nello stesso anno il premio Internazionale " Lario Cadorago " a Como. Tra i più recenti riconoscimenti è di massimo rilievo il secondo premio assoluto alla Biennale d'Arte Contemporanea a Waterbury negli USA del 1974."

Testo di Giuliana Roetto

Pubblicato da "Il Porto di Savona", n°1 di gennaio , Sabatelli Editori, Savona


 

1983

 

" Donato Altamura propone presso la Galleria Il Fondaco ( salita Fondaco, al n° 7 ) un consistente excursus nell'area delle sue qualità e possibilità espressive, con opere di ieri ed altre meno o più recenti.

Pittore, Grafico, Scultore, nato nel 1927 a Genova dove vive ed opera, Altamura è in evidenza - ieri come oggi - in virtù di una sorta di luminismo che esorcizza le sue tavole, tra fisicità ed astrazione, appunto per lo più non propriamente figurative e non decisamente informali.

Comunque, quasi a dispetto di questa "ambiguità" formale ed anche atmosferica, l'artista manifesta una singolare coerenza di maniere, come di chi si diverta ad aprire e chiudere un ventaglio colorato sotto la lampada, con curiosi effetti di destrutturazione linguistica, sensoriale, visionaria, e recuperi di grande efficacia percettiva.

E questa antologica si spalanca, con tutti i suoi lampi ed i suoi sottintesi, come un grampavese, in un'area di festa e di confidenza."

Testo di Felice Ballero  (Artista, Pubblicista, Critico d’arte, Grafico e Saggista)

Pubblicato da " Il Corriere Mercantile " di Genova, il 26 aprile a recensione della personale alla Galleria Il Fondaco di Genova


 

2000

" Donato Altamura raggiunge effetti sorprendenti sul ritmo vitale della sua opera che richiama i palpiti, i respiri di quella energia che è alla base del tema stesso che si accinge a sviluppare.

Il colore è trattato con estrema nitidezza, mentre la composizione richiama l'antica vicenda dell'uomo."

Testo di Valerio Utri  (Critico d’arte)

Pubblicato su " Arte Informazione " di Bologna, il 25 aprile


 

CRITICHE SENZA DATA

 

" ….Il suo linguaggio, che trova la sua più felice espressione negli impasti dei colori e nei giuochi delle forme spesso smaterializzate, si afferma come somma di valori artistici, umani e spirituali. "

Testo di Rodolfo Vitone  (Artista e Critico d’arte)

 

" ….I suoi colori, sia composti da pacate tessiture di toni, sia da vibrazioni fresche e gioiose, s'integrano alla trama di un racconto che parte da una matrice impressionista e percorre rapide tappe per giungere ad una figuralità densa di simboli umanistici ed esistenziali. "

" Proiettato verso un discorso profondamente umano, l'artista perviene ad una figurazione simbolica. I suoi personaggi ( taluni ) delineati in chiave espressionistica, sembrano voler penetrare in una realtà chiusa e segreta.

Nelle sue opere, un sottofondo umanitario e sociale, progressista, si intravede e vi si penetra attraverso un evidente trasparenza, la tragedia dell'uomo contemporaneo in chiave di poesia pittorica. "

Testo di Ida Maria Balestrieri    (Critica d’arte)

" L'opera di Altamura è frutto di autentica vocazione e di rigoroso mestiere. Già lo dimostrano le sue sculture giovanili, modellate con quella necessità di rilevare dalla materia dura i motivi puramente plastici e contenutistici.

Evoluzione mediata attraverso lo studio dei classici e degli arcaici, e con quello della scultura contemporanea.

I valori tattili di un Medardo Rosso, quelli espressionistici di un Marino Marini, l'armonia del rilievo di Manzù, digradante e sacro sino al concetto della statuaria imponente nella sintesi volumetrica di Martini, impegnano Altamura a raggiungere un motivo di congiunzione e nello stesso tempo di individualità dei significati espressivi.

Notevoli sono alcuni ritratti virili e muliebri che l'artista ha modellato e chiuso saldamente in una sua realtà immaginativa.

Le flessioni dei vuoti e dei pieni, i riferimenti somatici, la ricerca introspettiva e rappresentativa dell'immagine è il compito per il quale Altamura ha cercato di meglio esplicare, di meglio raccontare, nell'ambito delle torsioni e dei moti.

L'uomo nella sua cadenza plastica e nel suo fisico, bloccato da sequenze ben distribuite dallo scalpello e dalla sgorbia, ha dato ad Altamura lo scopo di penetrare i valori dell'esistenza. Anche quando l'artista dipinge i suoi nudi coricati, i suoi paesaggi ritmici, realizzati con ampie campiture, vediamo riaffiorare tutto il concetto della dimensione Cezanniana e il migliore condensato della pittura figurativa d'oggi.

Altamura prosegue il suo scopo innato con modestia e tenacia, dualismo tra sincerità creazione.

Testo di Francesco Galotti  (Pittore e Scultore)

 

" Donato Altamura è genovese puro sangue, poiché non solo è nato a Genova, ma ivi, ha studiato al Liceo Artistico e all'Accademia Ligustica, risiede e lavora.

Alla pittura e alla scultura si è dedicato giovanissimo, e alla vocazione artistica non è mai venuto meno.

Applicandosi intensamente al disegno, alla pittura ed alla scultura, da una visione post-impressionistica è giunto ad un realismo cezanniano.

Della giovane generazione di pittori, pochi hanno capito ed assimilato come Altamura, la scuola del grande maestro d'Aix. Tuttavia la lezione cezanniana è interpretata estensivamente, in modo polivalente, la realtà è vista secondo un ordine, un rigore geometrico, che tende, con la distribuzione studiata dei piani, a dare profondità, la terza dimensione, al dipinto. Ed inoltre il colore, solo il colore, e non il chiaroscuro, ferma la luce e l'ombra.

Fedele a questi due corollari Altamura liberamente si esprime in un repertorio vasto di temi: paesaggio, ritratto, interni, nudi, nature morte, fiori ed arte sacra.

La costruzione del quadro è logica, vigilata, geometrica: gli spazi e le masse sono distribuiti in calibrata successione, con ordinato equilibrio.

La realtà è ripresa per lo più dall'alto, si che le cose dovrebbero necessariamente appiattirsi, ma egli sa dare un inquadratura ad andamento verticale, per cui gli oggetti, le figure, il paesaggio assumono una perfetta presenza prospettica.

Le linee verticali, ricavate dall'accostamento del colore puro, steso a zone, danno una visione nuova.

Testo di Adalberto Rossi  (Critico d’arte)

 

" Donato Altamura

Eterna Verifica che perfeziona sé stessa alternandosi in una naturale rivelazione delle proprie esigenze: ideali costruzioni tese ai ricordi che guardano ai moti dello spirito, ricreando evidentemente una evanescente autonomia dettata da una penetrante introspezione.

Inconfondibili fantasmi che si dirigono verso forme individualistiche e tentano di risolvere il loro dramma portando fuori dall'inconscio le vocazioni di una fondamentale esteticità: Donato Altamura trascende dalle forme per poi accostarsi in una lontana irrealtà fusa nella magia del colore e della luce.

Valori intuitivi che assumono un ritmo conseguente, affrontando le innumerevoli composizioni dell'astratto giuoco di specifici moduli orientati in un annullamento dello spazio.

Espressioni di un linguaggio personale che scioglie i legami incalzanti di lirici atteggiamenti, assumendo le rapide e intense note di un eco presente in ogni viva rappresentazione del proprio io."

Testo di Michele Cennamo  (Giornalista e Scrittore)

 

" Un discorso socialmente impegnato con una volontà quasi accanita di voler raccontare e comunicare senza mistificazioni il codice di una condizione umana che fatalmente rientra nella cronaca del nostro presente, variamente operando sotto il segno della lotta. "

Testo di Franco Passoni  (Critico d’arte milanese)

 

" Affronta e rappresenta i grossi problemi dell'uomo moderno attraverso il suo lavoro che è fatica, usando con vera maestria i colori, lontanissimi da quelli della realtà oggettiva, in funzione strettamente psicologica."

Testo di G. Buscaglia

bottom of page